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Chiesa abbaziale dei Santi Pietro e Paolo
castelnuovo garfagnana

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La chiesa abbaziale dei Santi Pietro e Paolo è il duomo di Castelnuovo Garfagnana, posto all’interno della cinta muraria.

 

Le prime notizie del territorio e della presenza della chiesa di San Pietro risalgono ad epoca longobarda in una carta conservata nell’Archivio Arcivescovile di Lucca, datata 740.

 

Il primo nucleo romanico doveva essere di modeste dimensioni ed era stato sottoposto nel tempo a modifiche ed aggiustamenti. Tracce dell’antico edificio sono presenti sul fianco sinistro della chiesa. 

 

L’edificio ritenuto non più sufficiente ai bisogni di una popolazione aumentata, venne demolito nel 1456, riedificato dalle fondamenta in forme rinascimentali e consacrato nel 1467.

 

L’impianto planimetrico rettangolare, diviso a tre navate, con colonne e capitelli in pietra arenaria e pavimento di quadrelle di cotto ebbe una copertura a capriate lignee.

La facciata rinascimentale fu ultimata nel 1504 e si affaccia sull’area lastricata del sagrato, usata una volta come luogo di sepoltura.

 

É scandita da tre grandi arcate (più grande quella centrale) separate da lesene sorreggenti un timpano triangolare decorato con ovoli e dentelli. La severa struttura in pietra grigia locale rappresenta una significativa testimonianza della diffusione, anche in territori non fiorentini, del Rinascimento nelle sue forme tardobrunelleschiane.

 

Assai più tardi fu completato il campanile, alto 34 metri, configurando definitivamente il complesso monumentale.

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I molti anni impiegati per la costruzione di tutto il complesso furono probabilmente oggetto di critica tanto che tra le pietre che compongono il cornicione del tetto ne fu collocata una su cui è scolpito un ‘lumacone’.

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Una serie di nuovi lavori iniziati nel 1550 e protrattisi fino al 1770 configurarono all’interno della chiesa una fisionomia di tipo barocco: le colonne furono rivestite in muratura intonacata a mò di pilastro su cui vennero impostate le volte a vela che nascondevano il tetto.

Furono aggiunti nove altari, con lo sfarzo decorativo tipico dell'epoca.

 

Nel 1859 l’architetto Giuseppe Pardini provvide al restauro di parte del tetto realizzando probabilmente anche le due cupole sulle cappelle laterali coronate da lanterne e lavorò al rifacimento del pavimento e a fece eseguire nuovi intonaci.

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Durante l’ultimo conflitto mondiale, nell’inverno 1944-1945 fu colpito il tetto e venne distrutto il corpo di fabbrica sul lato orientale della chiesa dove era il monastero di san Bernardino.

 

Il lavoro di ricostruzione portò la riconfigurazione generale dell’interno, il recupero delle colonne in pietra, la demolizione delle volte e degli importanti altari lignei. Si preferì recuperare l’aspetto originario della chiesa.

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Nell'interno del duomo si conserva un crocifisso ligneo del XV secolo, detto il Cristo nero, scampato all'incendio che colpì la sacrestia nel 1977 e conservato nella cappella di San Giuseppe, al lato dell'abside.

 

Del Cristo nero oggetto di profonda devozione non si conoscono né l’autore, né la provenienza ma sappiamo che fu collocata nella chiesa nel 1563.

Nel 1840 fu adornata di paramenti d’argento secondo il gusto dell’epoca.

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Vi sono inoltre una terracotta invetriata del XV secolo con San Giuseppe della bottega di Andrea della Robbia (1510-1520 circa); un'Assunzione tardocinquecentesca attribuita a Santi di Tito; una cornice marmorea della bottega del Civitali (fine del XV secolo) al cui interno è collocata una tela del Seicento che raffigura la Discesa dello Spirito Santo; la Madonna col Bambino e santi Andrea e Giacomo,  attribuita a Giuseppe Porta Salviati detto ‘Salviatino’ o, più recentemente, a Giovanni Antonio Sogliani.

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Bibliografia:

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Gilberto Bedini, Castelnuovo di Garfagnana. Guida alla riscoperta dei luoghi, Maria Pacini Fazzi, Lucca 2003

 

Gilberto Bedini, a cura di, Castelnuovo di Garfagnana. Dall’età antica alle prospettive future, Publied, Lucca 2021

 

http://www.ingarfagnana.org/castelnuovo/duomocastelnuovo.php

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