

“La Sagra”: 40 anni di musica
La presentazione del direttore artistico don Emilio Maggini
La “Sagra Musicale” nacque nel deserto delle iniziative musicali non solo a Lucca ma anche nelle città vicine e credo, in genere in Italia.
Al di fuori delle brevi stagioni liriche e di qualche concerto sporadico della “Gioventù musicale” o degli “Amici della Musica”, nelle piccole città come Lucca la musica era assente. Ma era latente un gran desiderio di musica.
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Me ne resi conto al concerto di inaugurazione del novo organo della Cattedrale tenuto dall’Organista Esposito Alessandro in S.Martino il 2 Ottobre 1962. Al concerto partecipò una folla inimmaginabile.
Da qui mi venne l’idea di promuovere una manifestazione che realizzasse concerti di musica religiosa utilizzando le Chiese, che avrebbero offrire una cornice intonata ed accogliente di facile accesso per tutti anche per un pubblico non ancora abituato ai concerti.
L’idea fu accettata dall’Arcivescovo Mons. Bartoletti, dotato di preparazione e gusto musicale, dal Sindaco di Lucca Arch. Italico Baccelli e dal Direttore dell’E.P.T. Italo Cadringher. Nel 1963 si ebbe, così la prima edizione della Sagra Musicale Lucchese con quattro concerti, due di organo e due corali.
Era il nucleo originario della Sagra, poi ampliato a furor di popolo per la grande rispondenza del pubblico. In quaranta edizioni della Sagra sono stati organizzati circa cinquecento concerti.
Questo, in sintesi mi sembra il risultato:
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​Sono stati eseguiti a Lucca, in varie edizioni, i grandi capolavori della letteratura musicale, dalle “Passioni”, La“Messa in si minore “di Bach alla “Missa Solemnis” e “Nona Sinfonia” di Beethoven, dal “Requiem Tedesco” di Brahams alla “Messa di Requiem di verdi, allo “Stabat” e “Petite Messe” di Rossini, dalla “Creazione” di Haydn a “Il Messia” di Haendel, dal “ Requiem” di Mozart allo “stabat” di Dvorack al “Te Deum” di Bruckner al terzo atto di “Parsifal” di Wagner, dal “Requiem di Guerra”di Britten, agli oratori di Perosi (la “Passione”, la “Resurrezione”) e di Bartolucci (“Le sette parole”, “La tempesta sedata”) ad “Utrenja e a alla “Passione secondo Luca” di Penderecki. Questo per non ricordare che alcuni lavori venivano presentati per la prima volta a Lucca.
​Fra gli esecutori incontriamo i più noti Enti Lirico-Sinfonici Italiani: il Maggio Musicale Fiorentino, La Scala di Milano, la fenice di Venezia, i Comunali di Bologna e Genova, la RAI di Milano oltre alla Cappella Sistina e alla Polifonica Ambrosiana.
Dall’estero sono giunti Complessi da quindici Nazioni (Austria, Jugoslavia, Francia, Germania Ovest, Germania Est, Svizzera, Inghilterra, Olanda, Bulgaria, Cecoslovacchia, Bulgaria, Cecoslovacchia, Romania, Polonia, Stati Uniti, Brasile, Montecarlo) con esecuzioni collaudate e spesso con Direttori di Prestigio fra i quali basterà ricordare Maazel (tre volte), Richter, Giulini, Gavazzeni, Previtali ecc.
​Una attenzione particolare è stata dedicata alla ricchissima tradizione musicale lucchese, dai nostri archivi ( in particolare quelli del Seminario Arcivescovile e dell’Istituto Boccherini) sono state scelte, revisionate ed eseguite in concerti di grande successo numerose partiture di artisti lucchesi poi incisi in CD dalla casa Bongiovanni di Bologna.
Sono dodici dischi diffusi largamente anche all’estero con positivi giudizi critici. Nei dischi sono presenti con lavori significativi ed inediti: L.Boccherini, G.Puccini senior, A. Puccini, G. Puccini Junior, A. Catalani, G. Pacini, C.Angeloni, F. Magi, G.Luporini, L.Landi, S.Caltabinao,E.Borlenghi.
Negli ultimi anni lo sguardo si è rivolto fuori Lucca ed abbiamo eseguito ed inciso in CD splendide pagini di G.Pergolesi, N.Porpora (due dischi), V.Bellini, N.Piccinini.
Tutto questo si deve anche alla presenza in città del Coro della Cattedrale, la Cappella “Santa Cecilia” che, preparata e diretta da ottimi Maestri (cito solo Marco Bargagni e Gianfranco Cosmi), ha interpretato con bravura, grazie al lungo studio, tutte le pagine inedite presentate in questi anni.
Si deve anche all’Orchestra del Teatro del Giglio e soprattutto alla direzione di Gianfranco Cosmi, un musicista lucchese che ha maturato le sue capacità con la sua opera presso importanti Enti quale il Comunale di Firenze, l’Opera di Montecarlo e il Carlo Felice di Genova.
Le prestazioni da lui dirette con i complessi corali e orchestrali di cui sopra hanno ricevuto numerosi apprezzamenti positivi sia nei concerti che nella edizioni discografiche.
Certamente il risultato di tutta questa attività è stato una crescita culturale della città: le conseguenze si notano nella vivacità delle iniziative musicali sorte negli ultimi anni anche se non tutte hanno dimostrato qualità eccelse.
Ma il progetto che sarei lieto partisse da questo quarantesimo è quello di una idea apparsa sull’ultimo numero di “Lucca Musica” che avevo personalmente già proposta al Sindaco di Lucca il quale aveva mostrato apprezzarla: quello cioè di cercare di impostare nella nostra provincia una educazione musicale di base come avviene in molte nazioni ma non è ancora avvenuto in Italia.
Per ottenere questo dovrebbe essere curata almeno in tutte le scuole elementari una preparazione musicale con insegnanti preparati a cominciare almeno dai sei anni e fino ai dieci anni per tutti i ragazzi.
Ritengo sia questa la crescita sostanziale che prepara tutti ad accettare la musica come parte della propria formazione sia attraverso la pratica che l’ascolto, attraverso il canto e tutte le attività che riguardano questa arte.
Mi auguro perciò che l‘iniziativa di “Lucca Musica”trovi il sostegno dei Comuni e della Fondazione cassa di Risparmio di Lucca, avremmo la nostra provincia all’avanguardia in Italia come aspetto della formazione culturale ed umana di tutti i cittadini.
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Sarebbe inoltre l’arricchimento più intonato alle finalità ed alla attività svolta in quaranta anni dalla Sagra Musicale Lucchese.
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Tratto da “Sagra Musicale Lucchese” 1963-2003

Giuseppe Conoscenti
Presidente dell’Associazione per la Sagra Musicale Lucchese
Presentazione:
Che la Sagra Musicale sia da tempo entrata a far parte, a pieno titolo (e anche formalmente)
della storia di Lucca, lo affermava già nel 2003 Antonio Romiti, presidente dell’Istituto Storico Lucchese, nella presentazione del libro dedicato ai primi quaranta anni della manifestazione, osservando che il volume compariva nella collana Musica e musicisti lucchesi curata dalla Sezione speciale dello stesso Istituto.
Da quella data sono ormai trascorsi altri quattro lustri di ininterrotta attività e l’Associazione promotrice della Sagra, consapevole dell’importante traguardo raggiunto, con questa nuova pubblicazione vuole riflettere sul passato della manifestazione ed anche sul suo presente, per immaginarne le prospettive future.
Questa riflessione non può che avere come punto di partenza lo statuto dell’Associazione, approvato dall’Arcidiocesi, dal Comune e dalla Provincia di Lucca nel 2009, un anno dopo la scomparsa di Mons. Emilio Maggini. In quella sede, gli enti ne indicavano gli scopi, impegnandosi a «promuovere l’organizzazione di concerti di musica religiosa, con fini culturali, educativi e di promozione turistica, nell’ambito della Provincia di Lucca».
La decisione di raccogliere l’eredità della manifestazione ideata da don Maggini non voleva però essere solo un omaggio postumo al suo fondatore. Era anche la naturale conseguenza della necessità, ormai largamente sentita, di restituire alla musica sacra quello spazio occupato per secoli nella vita culturale cittadina, dal medioevo alla fine dell’Ottocento.
Si trattava di un bisogno di musica che la città nuovamente avvertiva grazie anche alle centinaia di concerti organizzati nell’ambito della Sagra, con i quali si era dato conto di quanto è accaduto nel mondo della musica sacra e liturgica dal Gregoriano ad oggi, come annota in questo volume Renzo Cresti nella Utopia realizzata di don Maggini, completa ed efficace ricostruzione storica della manifestazione.
Non si può peraltro tacere del fatto che la Sagra affonda le sue radici in un passato molto più remoto del 1963. È noto, infatti, che la formazione musicale a Lucca ebbe origine dalle istituzioni ecclesiastiche e dalle scuole di musica
esistenti già nell’ottavo secolo presso la Cattedrale di San Martino. E fu proprio la crescente complessità del linguaggio musicale che accompagnava i riti religiosi a rendere necessaria una sempre maggiore competenza specifica degli interpreti e degli insegnanti, perlopiù chierici. Fra questi, dall’inizio del Duecento, si affermò la figura del Magiscuolo, che insegnava il canto sia ai chierici che ai cittadini.
Alla affascinante evoluzione del linguaggio musicale e della sua notazione, che ha lasciato importanti tracce nella storia e nel patrimonio archivistico della nostra città, è dedicato il contributo di Samuele Agorri, con lo scopo di fare conoscere al lettore non specialistico anche alcuni degli stupendi codici musicali conservati nella Biblioteca statale di Lucca. Per gentile autorizzazione della Direttrice dott.ssa Monica Angeli, che desidero ringraziare, questo libro (e la sua stessa copertina), è arricchito da alcune delle preziose immagini tratte da questi antichi corali miniati.
Tornando alle più ‘recenti’ origini, la proposta musicale della Sagra fu chiara sin dal memorabile concerto inaugurale del 2 maggio 1963, del quale fu protagonista il coro della Cappella Sistina diretto dal Maestro Domenico Bartolucci. Il concerto ebbe luogo nella Cattedrale di San Martino, principale palcoscenico liturgico della città, e il programma della serata, ad ingresso gratuito, fu dedicato alla grande musica vocale e per organo, con larga prevalenza dei brani del repertorio sacro da Palestrina fino allo stesso Bartolucci.
Il ruolo centrale veniva dunque riconosciuto al canto, modalità di espressione più elevata di quello strumento musicale perfetto che è la voce umana, potenzialmente capace di riprodurre, se opportunamente educata, una gamma quasi infinita di emozioni e di sonorità. Una scelta, quella del canto per soli o per coro, che risponde anche all’esigenza antica di fare della musica il più potente mezzo di «collegamento fra il mondo dell’uomo e quello divino, svolgendo un ruolo di mediazione tra mondo sensibile e quello dello spirito, una funzione simile alla Scala di Giacobbe che discende e sale, portando il divino all’uomo e innalzando il mondo sensibile dall’uomo al divino (…)» come spiega in questo volume Renzo Cresti nel suo saggio Musica complementare al rito e viatico alla sua bellezza.
Il canto e l’esortazione alla sua pratica come mezzo di elevazione spirituale sono del resto largamente presenti in tutte le religioni e non solo nella Bibbia, dove nel libro dei Salmi si esprime così, nel modo più intimo e naturale, l’inno di lode dell’uomo in risposta alla Parola divina. E anche l’organo, da noi ormai strettamente associato alla liturgia, è lo strumento che si presta in modo perfetto al sostegno della voce umana, oltre ad essere capace di riassumere tutti i suoni di un’intera orchestra. Corredo prezioso di quasi tutte le chiese della nostra diocesi, l’organo non poteva quindi che essere protagonista ineludibile dei concerti della Sagra, come ricorda nella sua testimonianza in questo volume il maestro Claudiano Pallottini.
In tale contesto, anche la scelta di eseguire i concerti nelle chiese diveniva per così dire naturale, riprendendo una tradizione antica presente in Lucchesia soprattutto nel Settecento e Ottocento. Ciò avvenne tuttavia senza oltrepassare i limiti posti da Pio X con il “Motu proprio” del 1903 sulla Musica sacra, che aveva posto fine alla commistione di musica sacra e profana nei luoghi di culto anche durante la liturgia.
Come osserva don Lucio Malanca nella sua testimonianza scritta per questo libro, le chiese non possono considerarsi sale da concerto e non dispongono delle comodità e dei servizi di qualsiasi auditorium. Ma l’ascolto della musica sacra all’interno dei luoghi dedicati al culto, alla preghiera, all’incontro con il divino e anche all’incontro di una Comunità, acquista un valore diverso, riuscendo a trasmettere speciali emozioni, amplificate dalla spiritualità dei luoghi e dalla potente simbologia che l’arte sacra è capace di esprimere.
Per tanti turisti e lucchesi che non hanno modo di frequentare le chiese del centro storico, i concerti della Sagra hanno dunque rappresentato un’importante occasione per conoscere questo nostro straordinario patrimonio storico e culturale, non solo musicale.
Ma la storia della Sagra non è solo quella dei grandi concerti nel centro di Lucca, resi memorabili da interpreti straordinari, orchestre prestigiose e direttori celeberrimi come Maazel, Giulini, Scimone, Gavazzeni e tanti altri. Non meno importante è stata infatti la proposta musicale decentrata, direttamente rivolta ai quartieri periferici, alle frazioni, ai paesi e agli altri centri della provincia che ne hanno beneficiato sotto il profilo socioculturale ed educativo.
Il ricordo del grande impatto emotivo di questi eventi emerge dalla testimonianza di don Piero Ciardella, quando rievoca l’intensità delle emozioni e il coinvolgimento proprio e della comunità parrocchiale durante il concerto del 4 giugno 2022 nella chiesa di San Vito. In quella occasione il gruppo vocale lucchese Stereo-tipi eseguì un programma di musica sacra che spaziava dal canto gregoriano alla polifonia classica, giungendo fino alla musica contemporanea del giovane compositore Girolamo Deraco.
Nonostante i brani non fossero di facile e immediata comprensione, l’entusiasmo dei presenti si manifestò sia nei lunghissimi e scroscianti applausi sia nei positivi commenti dei giorni successivi. Uno dei tratti più significativi e originali della Sagra si è inoltre espresso nella costante ricerca e riproposizione di musiche del passato, di autori lucchesi poco noti o di musicisti poco eseguiti, sebbene di fondamentale importanza per la storia della musica nel nostro paese.
Questa importante opera di valorizzazione del patrimonio musicale italiano è stata resa possibile dall’opera di don Maggini, anch’egli musicista, compositore e organista della Cattedrale, al quale la soprano Maria Luigia Borsi dedica un affettuoso ricordo in questo libro.
Cercando fra l’enorme mole delle composizioni dei musicisti lucchesi fra Settecento e Ottocento, Maggini ritrovò negli archivi del Seminario arcivescovile e dell’Istituto Boccherini opere dimenticate, alcune delle quali possono considerarsi veri e propri capolavori, come la Messa per soli, coro e orchestra composta da un giovanissimo Alfredo Catalani. E la conoscenza di queste opere, anche al di fuori dell’ambito cittadino, è stata assicurata, a partire dal 1985, dalle registrazioni e incisioni di molti dei concerti della Sagra da parte delle Edizioni Bongiovanni di Bologna, come ricorda il M° Gianfranco Cosmi nella sua testimonianza.
L’attività di ricerca, trascrizione e revisione delle musiche ritrovate, iniziata da don Maggini, è stata poi proseguita dal Maestro Luca Bacci. Nel suo scritto intitolato con felice paradosso Le novità del passato della Sagra Musicale Lucchese, il nostro attuale direttore artistico ha ben descritto questo lavoro.
L’arduo impegno richiesto continua così a dare i suoi frutti, assicurando uno specifico contributo della Sagra al progetto del ‘Settecento musicale a Lucca’, che Marco Mangani, presidente del Centro Studi Luigi Boccherini, non ha esitato a definire ‘inestimabile’ nel suo contributo a questo libro.
Quanto sin qui esposto mi consente di affermare che le specifiche finalità culturali, educative e di promozione turistica proprie della Sagra sono tuttora attuali. La musica sacra o religiosa eseguita negli edifici di culto conserva ancora oggi intatto il suo interesse perché risponde al bisogno umano di bellezza, la cui percezione può essere interpretata come collegamento tra terra e cielo.
La bellezza può dirsi quindi epifania del Mistero e, come annota sant’Agostino nelle Confessioni, si manifesta dentro di noi e non fuori. La ricerca della bellezza nell’arte sacra, e nella musica in particolare, continuerà quindi ad attrarre gli esseri umani anche in futuro, spingendoli verso l’alto, come plasticamente suggerisce in architettura l’accentuata verticalità delle cattedrali gotiche.
Questa presentazione non può tuttavia concludersi senza uno speciale ringraziamento agli autori dei testi, a Lucio Ghilardi e a Luciano Barsetti, autori delle fotografie, alla Fondazione Banca del Monte di Lucca che ha reso possibile questa pubblicazione con il suo finanziamento.
Un doveroso ringraziamento va anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e all’Oleificio Rocchi, che con il loro ordinario sostegno consentono alla Sagra di mantenere una programmazione musicale di qualità.
Voglio infine ringraziare tutti i componenti dell’Associazione e il presidente uscente Luigi Rovai – al quale si deve l’iniziativa di questo volume, i collaboratori esterni, il coro della Cappella S. Cecilia della Cattedrale di Lucca, e tutti coloro che, gratuitamente e per passione, continuano ad offrire il loro indispensabile contributo all’organizzazione degli eventi musicali della Sagra, che da sessanta anni regala alla città momenti di armonia e frammenti di bellezza.