
CHIESA DI SANT'ALESSANDRO

La chiesa di Sant’Alessandro Maggiore, gioiello del romanico lucchese è tra le chiese più antiche della città e sorge nel cuore del centro storico, all’interno del reticolo viario di origine romana. Fin dal 1949 lo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti ha richiamato l’attenzione degli studiosi sulla chiesa di Sant’Alessandro da lui ritenuta «uno dei grandi capostipiti architettonici italiani dell'XI secolo».
Per la mancanza di documenti la datazione assoluta delle diverse parti della chiesa, resta incerta ed oscilla dal secolo IX (la prima menzione del monumento è l'893 d.C.) al secolo XI, quando Anselmo da Baggio, vescovo di Lucca e poi papa col nome di Alessandro II, ne acquisisce la proprietà e vi trasla le reliquie del santo, fino al secolo XII. La datazione risulta difficile in quanto la chiesa che a prima vista appare unitaria, ad un esame più approfondito si rivela discontinua e con caratteri tipici del secolo XI e XII ma realizzati in un modo così particolare da non avere altrove, veri termini di confronto.
Gli archetti pensili all’esterno dell’abside e i capitelli del presbiterio, pertinenti all’ampliamento, sono da attribuire a Biduino e alla sua scuola attiva a Lucca e Pisa nel secolo XII, ma la decorazione scolpita della parte più antica della chiesa si rifà a vivaci modelli romani del I e II secolo che si spiegano con l’intervento di maestranze provenienti dall’esterno, forse da Roma, e non trovano riscontro nel contesto locale. (G. Carrai).
Nella costruzione attuale, sono inglobate le strutture di una chiesa più antica (riconoscibile nella metà inferiore della facciata, nel primo tratto dei fianchi e, all'interno, nelle arcate fino alla prima coppia di pilastri), la cui qualità appare sorprendentemente vicina a quella della stessa architettura romana.
Lo studioso Romano Silva ha riconosciuto le due principali fasi costruttive della chiesa, ben evidenziate nella figura sottostante dove si può riconoscere in verde, il volume della chiesa primitiva, incorporata nella costruzione attuale. Nella figura a fianco la ricostruzione della facciata primitiva a confronto con quella attuale.
L’ aspetto attuale della chiesa si deve ad un rifacimento della metà dell’XI secolo. La facciata sobria e monolitica è caratterizzata da filari lapidei alternati di diverse altezze in calcare bianco del Monte Pisano, disposti in fasce alternativamente alte e basse, secondo un ordine che evoca l'opus quadratum pseudoisodomum dei monumenti dell'Antichità.
Si noti la severa bellezza del paramento bianco e di un tenuissimo grigio e le semplici decorazioni delle finestre e del classico portale La parte superiore della facciata reca tracce di un precedente diverso progetto con le quattro basi di colonnette poggianti sulla cornice orizzontale che indicano una loggia sul tipo di quella che compare in San Frediano. Il rilievo in alto rappresenta S. Alessandro in trono.
L’interno ha pianta basilicale a tre navate e fu provvista di cripta molto interrata, secondo l’uso lucchese. I colonnati che suddividono le navate presentano materiali come il porfido egiziano e un’alternanza di capitelli differenti, alcuni dei quali risalenti alla primissima fase costruttiva.
I colonnati vengono interrotti da due pilastri all’altezza dell’originario ‘murello’ presbiteriale e da altri due verso l’abside, forse in origine delimitanti un recinto corale quadrato. Sul muro della navata centrale sono due cornici, una delle quali termina con due teste all’inizio del presbiterio, l’altra gira anche sull’abside. Nel fianco, al portale romanico con architrave a rosoni, si sovrappose nel secolo XV un’edicola nella quale fu inserita nel XIX secolo, un altorilievo con Madonna orante tra due angeli scolpita da Vincenzo Consani.
Un importante intervento di restauro fu affidato nel 1838 dal duca Carlo Lodovico di Borbone-Parma all’architetto Lorenzo Nottolini che disegnò anche la balaustra dell’altare.
Il recente intervento di restauro promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca è stato firmato dall’ing. Alessandro Lenci e dall’arch. Leonardo Casini allo scopo di rendere l’edificio pienamente fruibile, affiancando all’utilizzo per il culto quello come sede di eventi e manifestazioni culturali.