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La chiesa di San Paolino

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La chiesa di San Paolino, dedicata a San Paolino e a San Donato rappresenta l’unico edificio compiutamente rinascimentale della città e si affaccia sull’omonima strada che ricalca il tracciato dell’antico Decumano massimo (l’antica pavimentazione è stata ritrovata a tre metri sotto il piano attuale della via San Paolino).

 

In quest'area, dove sin dal I°-II° secolo d. C. sorgeva un edificio pagano, forse un tempio, venne edificata l’antica chiesa di San Giorgio, con orientamento ovest-est, testimoniata già nel 738 e costruita nella zona del transetto dell’attuale chiesa.

 

Dopo il 1000, è ricordata anche una chiesa dedicata a Sant’Antonio o Sant’Antonino che forse sostituì quella di San Giorgio.

 

Qui nel 1261 vennero ritrovate nella cripta le ossa di San Paolino, secondo la tradizione, primo Vescovo di Lucca, seguace diretto di Pietro presso la Chiesa di Antiochia, ed inviato da lui a portare il cristianesimo nelle nostre terre e infine martirizzato nel I° secolo d. C. sotto Nerone (Anzio 37 d.C - Roma 68 d.C).

 

Nel 1341 la chiesa venne ricostruita e dedicata a San Paolino e a Sant’Antonio, l'eremita del I. secolo che aveva battezzato S.Torpè e raccolto le spoglie di tanti martiri tra cui lo stesso Paolino.

 

Poco lontano sorgeva la chiesa di San Donato, già esistente nel 760 che fu distrutta nel 1513 per far posto alle imponenti mura rinascimentali che ancora oggi circondano Lucca.

 

Fu anche questa demolizione che spinse alla decisione di ricostruire l'edificio religioso dedicato a San Paolino e a Sant’Antonio in forma più fastosa e di dedicarlo ai Santi Paolino e Donato.

 

La Repubblica di Lucca con un decreto ufficiale decise nel 1515 di costruire a sue spese un tempio degno di questi due grandi santi affidando il progetto allo scultore e architetto Bartolomeo Sinibaldi detto Baccio da Montelupo (Montelupo 1469 - Lucca 1535) che realizzò l'edificio occupandosene fino alla sua morte. Il fabbricato venne concluso nel 1536 da Bastiano Bertolani da Brancoli secondo il progetto del Maestro (lapide sul pavimento di fronte all’altare di San Teodoro).

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L’agile ed armoniosa facciata bianca a tre ordini -  esemplata su modelli albertiani -  si impone per il suo accentuato verticalismo ed è scandita da lesene, ovvero pilastri semi-sporgenti dal muro di fondo, e dall'alternanza di nicchie, finestre rettangolari e oculi, per terminare in alto con un timpano classico.

 

Nel 1664 venne posta la lapide sopra il portale della chiesa per celebrare il Miracolo di S. Paolino. Solo nel 1710 la facciata venne completata con la costruzione del sagrato e il collocamento delle due statue dei santi nelle nicchie ai lati del portale.

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L’impianto planimetrico a croce latina è una sintesi della geometria rinascimentale toscana: un’ampia aula centrale coperta da volta a botte e affiancata da cappelle laterali, rialzate dal piano della chiesa con gradini e divise tra loro da un doppio ordine di pilastri dorici.

 

Nel complesso l’interno in pietra mantiene forme che si richiamano ad architetture di tradizione brunelleschiana. Il transetto - preceduto dalle cantorie in marmo di Nicolao e Vincenzo Civitali - è largo e poco profondo e la chiesa termina in una tribuna con la volta a botte affrescata dal Certosino mentre le pareti del coro mostrano le storie di S. Paolino dipinte dal Filippo Gherardi nel XVI secolo. 

 

La chiesa ha sette vetrate della prima metà del secolo XVI: San Donato in trono al centro della facciata, San Paolino nell’abside, e i due Santi nelle testate dei transetti che sono di forme ancora ghirlandaiesche e le due laterali sulla facciata, di artista derivato da Andrea del Sarto (Isa Belli Barsali).

 

Risparmiata dalle soppressioni napoleoniche, la chiesa di San Paolino conserva in larga parte il suo arredo originale di dipinti e sculture tra cui spiccano il S. Ansano in legno dipinto da Francesco di Domenico di Valdambrino (1401-1435) - scultore senese e amico e collaboratore di Jacopo della Quercia -, un crocifisso di legno policromo realizzato da un artista nordico della fine del XIV secolo, e i dipinti di Girolamo Scaglia, del Francia e di Agostino Marti.

 

Una Madonna con Bambino in pietra di Parigi scolpita nel XIV secolo è probabilmente un dono dell'imperatore Carlo IV che nel 1369 liberò Lucca dal dominio pisano e ritornò in patria con una reliquia di S. Paolino, dono di questa città che tanto amava.

 

La festa di San Paolino dura più giorni e ha il suo apice il 12 luglio, quando i fedeli rendono omaggio al patrono della città i cui resti erano un tempo conservati nell'urna dietro l'altare maggiore, sopra il bel sarcofago paleocristiano con raffigurato il Buon pastore, al cui interno fu ritrovata l'urna.

 

A San Paolino è riconosciuto un miracolo di particolare importanza: in occasione delle celebrazioni della festa del Santo, il 12 luglio 1664, era previsto che i cannoni nella piazza sparassero a salve per festeggiare il Santo, invece spararono un’elevata mole di colpi contro i fedeli che stavano entrando dalla porta San Donato.

Numerosi furono i devoti colpiti, ma nessuno di loro rimase ferito o morì.

 

Si sostenne allora che fossero stati protetti da San Paolino Martire.

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